Le parole d’ordine sono sempre le stesse: risparmio di denaro pubblico e rispetto dell’ambiente. E’ questo il doppio obiettivo che ogni comune dovrebbe dogmaticamente prefiggersi prima ancora di cominciare a fare qualsiasi cosa. Uno dei problemi più annosi che pregiudica il naturale sviluppo di ogni comune è senza dubbio la mancanza delle competenze tecniche dei comuni per valutare la bontà dei progetti proposti dalle aziende private. E non capita di rado che le aziende private, forti della mancanza di competenze dei comuni, se ne approfittano sparando prezzi altissime o servendosi di tecnologie sovrastimate, ovvero non di ultima generazione ma spacciate per tali. Ebbene, tutto questo genera a suo modo nuovi sprechi energetici: sì, è pur vero che rispetto alla situazione precedente il comune potrà beneficiare di un miglioramento, sia economico che in termini di rispetto dell’ambiente, ma si ritroverà o a pagare una cifra spropositata, generando ugualmente spreco di denaro pubblico; oppure ad aver pagato una cifra che risolva solo parzialmente il problema, dal momento che con lo stesso investimento avrebbero avuto diritto a tecnologie più sofisticate. Un ottimo modo per risolvere la terribile impasse sarebbe semplicemente quello di proporre corsi di aggiornamento all’interno dei comuni per garantire sempre una competenza tecnica adeguata dal momento che, vigendo il libero mercato, le aziende private non sono tenute a rispettare certi limiti e hanno la possibilità di proporre affari non proprio vantaggiosi al 100%: con un maggiore grado di informazione sarebbe possibilie ovviare al problema e sensibilizzando automaticamente i comuni a trovare da soli le migliore soluzioni per trarre il massimo beneficio dal rapporto spesa pubblica-assetto energetico, senza aspettare le offerte delle varie aziende private pronte a speculare anche sul più minimo dettaglio. Un obbligo morale che ogni singolo comune di Italia dovrebbe prefissarsi dal momento che lo sperpero di denaro pubblico, anche se fatto in buona fede, è cosa doppiamente sbagliata: sia per la perdita di soldi che potrebbero essere investiti in maniera più intelligente per il benessere di tutta la comunità, sia perché le suddette tecnologie non proprio nuovissime inquinerebbero l’ambiente in maniera nettamente superiore rispetto ai sistemi omologhi ma di ultimissima generazione.